Gennaro Scorza, classe 1986, rappresenta la quarta generazione di una lunga, riconosciuta e stimata esperienza familiare ed imprenditoriale di uomini e donne legati a doppio filo alle onde, alla ricchezza ed alla storia dello jonio ed della millenaria tradizione della piccola pesca, con lo spirito aperto e col sorriso autentico, tipico della nostra gente di costa, erede di magnogreci e bruzi, con lo sguardo all’orizzonte ma i piedi sempre per terra – come direbbe il Sociologo del Pensiero Meridiano Franco Cassano.

I Minichedd, epiteto onomatopeico diffusamente e simpaticamente attribuito alla storica famiglia allargata degli Scorza, risale e si rigenera di nonno in pronipote da quasi un secolo ormai ed esso rappresenta a tutt’oggi il marcatore identitario più iconico e divertente e la sintesi plastica di un approccio relazionale, umano e commerciale che potremmo sicuramente definire decisionista e di problem solving.

Ed è esattamente con questo piglio determinato ma al tempo stesso diplomatico tanto quanto basta, che i Minichedd hanno interpretato e rappresentato negli anni un vero e proprio presidio non solo commerciale ed identitario ma anche simbolico sulla costa di una grande ed autorevole Città d’arte, come Rossano, che fino agli anni ’70 del secolo scorso coincideva, non solo urbanisticamente ma anche spiritualmente, col perimetro del suo imponente Centro Storico.

Nella penultima generazione de i Minichedd, Gennaro è permeato anima e corpo delle storie e dei racconti, dei metodi e dei contenuti tramandati da un mondo e da un patrimonio identitario che non c’è più ma che, per lui spesso insieme al padre Gianfranco, costituiscono la vera chiave di lettura del presente e del futuro di una terra illuminata dal suo passato.  

Come i ricordi del bisnonno Rosario, che nei primi anni del ‘900, come tanti padri di famiglia della costa ionica cosentina, lasciava moglie e figli per intere settimane, impegnato a partecipare, con olio di gomito su barche a vela ed a remi, alle epiche battute di pesca sulle vicine e lontane coste pugliesi, nel cuore nel Golfo di Taranto.

Oppure come le storie avvincenti del nonno Gennarino che, nel secondo dopoguerra, testimoniando la prima evoluzione de i Minichedd dalla costa al Centro Storico, è tra i primissimi protagonisti della stagione della vendita del pescato, nella storica e popolarissima Pescheria comunale ubicata nel cuore della Città d’arte di Rossano, all’ombra della Cattedrale dedicata alla Madonna Achiropita, non dipinta da mano umana.

E arriviamo negli anni ’80 quando i Minichedd, con quella che ancora oggi è ricordata come la famosa Pescheria Il Gambero, sempre con un piede indietro proprio come il gambero ma lo sguardo avanti e risolutivo imposto dall’onomatopea che li ha sempre accompagnati e distinti, forti ed orgogliosi della loro eredità, diventano i protagonisti identitari del commercio del pesce fresco sulla centralissima Via Nazionale, in quello Scalo di Rossano che proprio in quegli anni diventava vetrina di un boom economico e di sviluppo che ha purtroppo coinciso anche con l’abbandono dei centri storici e con un generale e progressivo annacquamento delle proprie radici.

Siamo ai primi anni 2000, quando il papà Gianfranco assieme agli zii di Gennaro, nel solco di quella storia secolare e di quell’ininterrotto rapporto umano e viscerale col mare, prosegue l’attività familiare della piccola pesca con proprie imbarcazioni nel Porto di Corigliano e con la marineria di Schiavonea (la più grande della Calabria), avviando con l’ingrosso quell’ulteriore evoluzione commerciale ed imprenditoriale che diventa sempre di più il vessillo de i Minichedd.

È in questa particolare fase dell’infanzia del giovanissimo Gennaro che alla tradizione e memoria, orale e condivisa, ereditata nei racconti di mare e di costa dal papà, agli zii e dai nonni, si aggiungono ora quei momenti di vita e quelle immagini indelebili, perché vissute in prima persona, che diventeranno ben presto i tasselli di un puzzle identitario e professionale, tutto ancora da proseguire ed arricchire.

Dalla Santissima Achiropita, il nome della barca più grande de i Minichedd alle albe ed ai tramonti percepiti al ritmo di chi salpava e rientrava; dall’ascoltare da bambino le indicazioni, preziosissime e figlie di antichissima tradizione marinara, sull’esatta direzione, sulla durata e sull’evoluzione dei venti, fino all’affascinante lettura della bussola o su come governare il timone, in quelli che erano gli ultimi anni prima dell’arrivo di eco-scandagli e radar.

Di questi fotogrammi, degli aneddoti e delle storie ascoltate in quegli anni di memoria e di trapasso culturale e imprenditoriale si imbeve anche la mente e l’animo di Gennaro, quasi come Manolin nelle bellissime pagine del romanzo Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway: c’è lo zio Giovanni che dalla riva si sbraccia per annunciare un’imminente ed improvvisa burrasca; c’è la casedda, che non è un semplice deposito dove venivano conservati gli strumenti oggi rarissimi della piccola pesca, come lampare, cassette (che all’epoca erano ancora di legno), ami e reti, ma un vero e proprio luogo narrante, una via di fuga ma anche di sosta, fisica ed immaginaria per tanti figli e nipoti del mare di un’epoca senza smartphone e che oggi non c’è più; un’alcova aperta ma al tempo stesso segreta in cui si trovava di tutto e di più e nella quale, tra galleggianti artigianali e quel fortissimo sapore di mare e sale, anche Gennaro con la mente varcava l’orizzonte progettando il suo futuro.

Diplomato al Liceo Scientifico, si iscrive all’università, alla facoltà di giurisprudenza. Ma qualcosa subito non gli torna, non lo convince, non lo entusiasma e non lo fa navigare altrove, come quando invece passava ore e ore nella casedda dei pescatori.

Neppure quel 30 in filosofia del diritto riesce a sostenerlo definitivamente su quella strada di formazione che pure aveva intrapreso col metodo dei marinai, del salpare per approdare e con la caparbietà e il problem solving genetico e proverbiale de i Minichedd.

Nulla da fare. Da quel momento Gennaro fa del nostos, del ritorno al percorso identitario e manageriale tracciato da un secolo di esperienza familiare su e col mare, la sua personale via d’uscita, professionale e d’impresa, insieme al papà Gianfranco, alla famiglia ed agli zii con i quali condivide l’inaugurazione, 10 anni fa a Rossano Scalo, della prima esperienza territoriale di successo di una Pescheria con cottura.

E siamo ad una nuova evoluzione de i Minichedd che dalla pesca diretta del bisnonno alla vendita del pescato col nonno nella pescheria comunale, dall’apertura della propria pescheria Il Gambero all’ingrosso del papà e dei suoi fratelli a bordo della Santissima Achiropita, approda alla gastronomia ed all’utilizzo diretto del pesce fresco, esposto in vetrina, come ingrediente principe di quella che viene ben presto percepita come una vera e propria esperienza culinaria e ancora una volta identitaria.

Gennaro è da subito in prima linea nel laboratorio di lavorazione del fresco ed inizia a cimentarsi in cucina. E con l’altro piede continua a viaggiare, a formarsi, a confrontarsi e ad ispirarsi ad esperienze di gastronomia marinara identitaria di territori, regioni e Paesi diversi e che, dalla Normandia alla Puglia, ciascuna capace di reinterpretare storia e tendenze, gli restituiscono stimoli e suggerimenti, senso del ritorno e fiducia nel futuro, memoria e audacia.

Fino al concepimento ed alla nascita di MINIKƏ, erede naturale e legittimo di 100 anni storia, passione, coraggio, innovazione, tradizione, famiglia e impresa consolidatesi con quello stesso mare che per i Minichedd – Uomo libero sempre amerai il mare scriveva Baudelaire – è sempre stata fonte di vita, ricchezza, libertà e sperimentazione sociale.

Con MINIKƏ si completa, almeno per ora, anche una parabola storica, iniziata un secolo fa col bisnonno Rosario, a bordo dei gozzi verso Taranto: si ritorna cioè verso il mare, al Lido Sant’Angelo, propaggine contemporanea di un’intera area che per secoli e secoli, con i resti del Fondaco e la Torre Stellata insieme all’antica banchina di cui riaffiorano tracce subacquee, testimoniano l’antichissima e gloriosa storia marittima, spesso dimenticata, di Rossano, oggi fusa nella più grande Città della Calabria: Corigliano-Rossano.

Ad accompagnare Gennaro Scorza che con MINIKƏ sublima in un brand l’identità distintiva, l’orgoglio, la visione e la passione non solo di una famiglia e di una squadra ma dell’intera regione che ambisce a riscrivere una narrazione più competitiva del proprio passato e del proprio presente, ci saranno non a caso le giovani professionalità formatesi nell’Istituto Professionale Alberghiero dell’Istituto d’Istruzione Comprensivo Majorana di Corigliano-Rossano, divenuto negli ultimi anni fucina e faro esemplare di formazione e innovazione orientata al management dell’identità.

Così come accaduto fino ad oggi, il meglio del pesce fresco arriverà nelle cucine di MINIKƏ dopo esser stato direttamente selezionato, al suo arrivo dal mare, dal papà Gianfranco al Mercato Ittico di Schiavonea e con le altre cooperative di pescatori.

Ed all’attenzione alla qualità ed autenticità della materia prima, bussola della complessiva esperienza enogastronomica che in questo primo decennio è riuscita ad offrire la prima Pescheria con Cottura a Rossano, divenuta riferimento territoriale la ristorazione di pesce, MinikƏ aggiungerà una doppia sperimentazione agganciata con solido nodo marinaro a quell’identità che resterà il valore aggiunto anche di questa nuova impresa de i Minichedd: la tradizione tutta francese delle huitrerie (ostricherie) e quella continentale ma largamente ispirata anche agli erbari medioevali ed alla analoghe tradizioni mediterranee e calabresi della mixology (mixologia), insieme ai richiami ed ai sapori ancestrali, sintesi delle tante contaminazioni storiche che rendono straordinaria la Calabria, di tutto ciò che in un semplice piatto di autentico pesce locale può essere riconducibile alla ricchissima tradizione dello sciabbachedd ereditata dagli arabi (šabakah, rete in arabo classico).